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“Buon compleanno Rocco”, festa per i 100 anni di Scotellaro

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Il segretario generale Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa: “Nel meridionalismo di Scotellaro le basi per ricostruire quella partecipazione democratica andata perduta nella crisi della rappresentanza politica, forse la più bassa di sempre”

“Rocco Scotellaro non è stato non solo un poeta, ma un politico, un ricercatore e soprattutto un uomo di sinistra con una grande visione. È uno dei meridionalisti che a quei tempi, insieme a Levi e ad altri, ha dato vita a una visione di riscatto del Mezzogiorno e a un’idea di come uscire da quella condizione di sottosviluppo. Una figura il cui pensiero va custodito oggi più che mai vista la crisi della rappresentanza politica, forse la più bassa di sempre”. Lo ha detto a Tricarico (Matera) il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa, aprendo i lavori della giornata conclusiva della due giorni dedicata a Rocco Scotellaro dal titolo “Buon compleanno Rocco. Festa popolare per i cento anni di Scotellaro”, promossa da Spi Cgil Basilicata, Spi Cgil Matera e Camera del lavoro Cgil provinciale.

“Scotellaro – ha proseguito Summa – inventò le consulte non solo perché non tollerava quella condizione di sfruttamento dei contadini da parte di un caporalato feroce, ma perché vedeva nella soggettività politica dei contadini quella condizione alla base di una partecipazione alla vita democratica. La crisi che vive il Paese, anche nelle tensioni che si stanno registrando in questo tempo dell’autonomia differenziata, del populismo e dell’avvento delle destre, è causa e concausa delle responsabilità delle classi meridionali nella rappresentanza. Basta guardare agli sviluppi degli ultimi anni e in particolare del presente recente: l’inchiesta che ha travolto la Puglia, i trasformismi che hanno caratterizzato le regionali in Basilicata, in cui non c’è più un’offerta politica che si misura sulle questioni macro e su quali siano le traiettorie di sviluppo di questa nostra regione. Tutto – ha detto il segretario generale – è dentro questa filiera corta del consenso in cui abbiamo educato i cittadini che si aspettano dai politici un’offerta di scambio. I cosiddetti bonus del governo Bardi sono un emblema di questa negoziazione del consenso che nega il futuro, perché di questo si tratta”. Per Summa dunque “il pensiero di Rocco Scotellaro deve essere il pensiero di come noi ricostruiamo quella partecipazione democratica sugli aspetti che lui individuò già a suo tempo. Dobbiamo ripartire dalla costruzione di una visione che parta dalla formazione delle classi dirigenti in cui la scuola deve essere l’elemento fondante, ripartire da Scotellaro per costruire un pensiero alternativo di governo del territorio prima che sia troppo tardi. In una regione in cui un terzo dei cittadini va a curarsi fiori regione, serve un pensiero lungimirante che rafforzi l’offerta della sanità pubblica, che guardi alla scuola come elemento centrale per definire le nervature di un Paese: se non ci sono le scuole, gli spazi del sapere, non c’è industria e non c’è sviluppo. Invece, come in una squadra di calcio, abbiamo assistito a coalizione che politiche sono andate a prendersi i migliori giocatori dell’altro campo anziché allevare classi dirigenti su una precisa identità politica e visione di società.

Tramite il nostro centro studi Ires, che si appresta a diventare una fondazione – ha annunciato infine Summa – abbiamo come obiettivo quello di dare luogo a un laboratorio politico che prenda le mosse proprio dal pensiero meridionalista di Scotellaro e dia il suo contributo affinché la Basilicata sia in grado di misurarsi con i grandi mutamenti in atto, come la transizione energetica. Dopo trent’anni di sfruttamento delle risorse fossili, non solo non c’è un segno tangibile che vada verso il cambiamento, ma anche le royalites messe a valore non hanno portato a investimenti sulle infrastrutture necessarie a fare uscire questa regione dal suo isolamento. Il sindacato ha fatto le sue proposte – ha concluso – ma non è stato ascoltato. Ma la politica non può essere solo fatta da addetti ai lavori, visto anche la credibilità che sta perdendo. Il dato sull’astensionismo, in questo senso, sono una dimostrazione dell’assenza dei luoghi della partecipazione democratica e della formazione delle classi dirigenti. E il pensiero di Scotellaro sta proprio in questa traiettoria, in questa visione di società e di democrazia partecipata”.