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Oggi, 29 aprile, ricorre il cinquantenario della scomparsa di Sergio Ramelli, il giovane studente milanese di soli 18 anni, militante del Fronte della Gioventù, che morì il 29 aprile 1975 a seguito delle gravissime ferite riportate un mese e mezzo prima. Ramelli fu brutalmente aggredito sotto casa da militanti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia Operaia, armati di chiavi inglesi.

In occasione di questo significativo anniversario, Milano si appresta ad ospitare un partecipato corteo in memoria del giovane. Sono attese oltre duemila persone che sfileranno per le vie della città, ripercorrendo simbolicamente gli ultimi tragitti di Ramelli. La manifestazione prenderà il via da via Ponzio, nelle vicinanze di piazzale Gorini, e si concluderà in via Paladini, proprio di fronte all’abitazione dove il giovane studente viveva e dove subì il vile agguato.

Il ricordo di Sergio Ramelli ha travalicato i confini della destra politica, divenendo un simbolo di una stagione di violenza e intolleranza che ha segnato profondamente la storia italiana. La sua giovane età e la brutalità dell’attacco hanno impresso nella memoria collettiva una ferita ancora viva.

Anche la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha voluto rendere omaggio alla figura di Sergio Ramelli attraverso un videomessaggio. «Sergio era una persona libera, ma essere liberi in quei tempi duri comportava un’enorme dose di coraggio che spesso sfociava nell’incoscienza addirittura», ha dichiarato la Premier, sottolineando il clima di forte contrapposizione ideologica che caratterizzava quegli anni.

Meloni ha poi aggiunto: «50 anni fa si spegneva la sua giovanissima vita, una morte tanto brutale quanto assurda e forse proprio per questo è divenuta un simbolo per generazioni di militanti di destra e di tutta Italia». Le parole della Premier evidenziano come la tragica vicenda di Ramelli continui a suscitare riflessioni sul valore della libertà di pensiero e sulle drammatiche conseguenze della violenza politica.

La manifestazione odierna a Milano rappresenta un momento di ricordo e di riflessione su un periodo oscuro della storia italiana, un monito affinché simili tragedie non si ripetano e un’occasione per onorare la memoria di un giovane la cui vita fu spezzata dalla cieca violenza ideologica.

fonte: Ansa.it