​IL RITORNO DEL “FIGLIO” DI MELFI: FRANCESCO CIANCIA, LUCANO DOC, GUIDERÀ IL MANUFACTURING GLOBALE STELLANTIS
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Il panorama industriale di Stellantis assiste a un significativo riassetto dei vertici, e al centro di questa ondata di cambiamenti spicca un nome che risuona con particolare forza in Basilicata: quello dell’ingegnere Francesco Ciancia. Lucano d’origine, Ciancia tornerà in Stellantis dal prossimo 1° novembre 2025 per ricoprire il prestigioso incarico di Global Head of Manufacturing e membro dello Stellantis Leadership Team.

​La nomina non è solo un avanzamento di carriera per un manager di successo, proveniente da un’esperienza internazionale in Mercedes, ma rappresenta anche un segnale di profonda rilevanza per la regione in cui ha mosso i primi passi professionali: la Basilicata.

​L’Esperienza Lucana: Le Radici a Melfi

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​La carriera di Francesco Ciancia affonda le sue radici nello stabilimento di Melfi, all’epoca conosciuto come SATA Melfi. Il suo percorso nel plant lucano è stato una vera e propria gavetta sul campo, durata quasi otto anni:

  • ETU Supervisor (set 2002 – gen 2004)
  • Shift Production Manager (gen 2004 – feb 2005)
  • Manufacturing Engineering Manager (feb 2005 – mar 2007)
  • Assembly Shop Manager (mar 2007 – giu 2010)

​Un totale di 7 anni e 10 mesi passati a Melfi, un periodo che gli ha permesso di conoscere in modo approfondito le dinamiche produttive, ingegneristiche e gestionali del sito, oltre a stabilire un contatto diretto con le maestranze. Per questo, l’ambiente sindacale accoglie la notizia con un cauto ottimismo. Come affermato da un rappresentante sindacale, “con il Lucano ingegnere Ciancia che conosce da vicino lo stabilimento di Melfi e i lavoratori crediamo si possa cambiare rotta”.

​Il Nuovo Vertice e le Attese per lo Stabilimento

​L’ingresso di Ciancia, che torna in Stellantis dopo la parentesi in Mercedes, fa parte di un riassetto strategico voluto dal nuovo amministratore delegato, Antonio Filosa. Questo cambio ai vertici – che vede anche un altro italiano, Emanuele Cappellano, prendere la guida dell’Europa al posto di Jean Philippe Imparato – sembra voler segnare un’aspettativa di cambio di direzione a livello globale per il Gruppo.

​Per lo stabilimento di Melfi, intanto, l’attesa è tutta focalizzata sulla conferma dei nuovi modelli e, soprattutto, sulle motorizzazioni. Con la prossima dismissione dei modelli Renegade e Cinquecento X, sulle linee lucane è già previsto l’arrivo di DS n° 8 e Jeep Compass. Tuttavia, i sindacati sono in pressing per ottenere un impegno sulla produzione di versioni almeno ibride di tutti i nuovi modelli, ritenute più appetibili e capaci di sostenere i volumi rispetto alle versioni completamente elettriche.

​La Crisi dell’Indotto: Un Quarto dell’Economia Regionale

​Il nuovo scenario produttivo, con le sue attese e le problematiche connesse, sarà inevitabilmente al centro del primo tavolo di confronto che il neo-AD Antonio Filosa terrà con le sigle sindacali dei metalmeccanici il 20 ottobre a Torino. Ed è probabile che, nell’occasione, con un focus stabilimento per stabilimento, emergano le questioni territoriali che affliggono la Basilicata.

​A San Nicola di Melfi, infatti, l’indotto non è affatto un problema secondario. Il polo lucano dell’automotive ha affrontato un crollo produttivo drammatico – si parla di un calo dell’87% dal 2019 – che ha portato le aziende dell’indotto a un drastico calo delle commesse e a un ricorso massiccio alla cassa integrazione.

​Solo nella giornata di ieri, l’ennesimo tavolo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha certificato l’avvio della liquidazione per la Pmc, azienda con 95 lavoratori impegnati nella lastratura. Un altro pezzo dell’indotto che svanisce, alimentando la preoccupazione per la tenuta sociale di un territorio dove il settore automotive vale ben un quarto dell’economia locale.

​Il ritorno di Francesco Ciancia, un professionista che conosce la realtà di Melfi fin nei dettagli operativi, si carica così di una responsabilità che va oltre la semplice gestione industriale globale: rappresenta la speranza che, grazie a una visione interna e consapevole delle dinamiche lucane, si possa affrontare con maggiore incisività la crisi e garantire un futuro di sviluppo per il polo automotive della Basilicata.