Il Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne 2021-2027, recentemente approvato dal Governo Meloni, ha scatenato un’ondata di polemiche e preoccupazioni, soprattutto nelle regioni del Sud Italia. Al centro della bufera un passaggio, a pagina 45 del documento, che suona come una vera e propria sentenza di morte per i territori colpiti dallo spopolamento: “non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza” e che è necessario “accompagnarli in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento”.

Una formulazione che, secondo Michele Giordano, Consigliere della Provincia di Potenza per il Movimento 5 Stelle, non lascia spazio a interpretazioni. “Non si tratta di una formulazione ambigua”, dichiara Giordano in un comunicato stampa ricevuto dalla nostra redazione, “ma di un’impostazione politica precisa: per una parte d’Italia, si rinuncia a investire, a progettare, a garantire servizi essenziali. In pratica, lo Stato si ritira da centinaia di piccoli comuni, molti dei quali in Basilicata”.
Il consigliere pentastellato non usa mezzi termini nel definire questo approccio “un segnale grave, che contraddice i principi di uguaglianza e coesione territoriale”. Invece di intervenire con politiche di riequilibrio, il Governo sembrerebbe voler “prendere atto del fallimento e trasformarlo in strategia”. E mentre le aree interne vengono considerate “non più rilanciabili”, il Governo, prosegue Giordano, starebbe orientando le risorse pubbliche “verso il comparto militare e la spesa per il riarmo”.
Di fronte a questa che viene definita una vera e propria “rinuncia” da parte dello Stato, il Consigliere Giordano lancia un appello diretto al presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. “Ha il dovere politico e morale di uscire dall’ambiguità”, incalza Giordano. “Sta con i cittadini delle aree interne lucane, che ogni giorno resistono tra mancanza di servizi, isolamento e spopolamento? O sta con un Governo che ha già deciso di abbandonarli?”.
Per Giordano è impensabile “parlare di rilancio della Basilicata mentre a Roma si certifica il fallimento delle sue zone più fragili” e “non si può far finta di niente mentre lo Stato, pezzo dopo pezzo, si ritira dai territori”.
La conclusione del comunicato è un monito: “Serve una risposta forte, coraggiosa, immediata. La Provincia non resterà a guardare”. La palla, ora, passa al presidente Bardi, chiamato a prendere una posizione chiara su una questione che rischia di avere ripercussioni profonde sul futuro di gran parte del territorio lucano.