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Regionali 24, ex aequo fra Merra e Galella dopo riconteggio voti al Tar: resta in Consiglio l’esponente potentino di Fdi, ma per l’ex assessora ci sono ancora spiragli

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Il TAR Basilicata, nel ricorso elettorale che vede opposta Donatella Merra, già assessora regionale, a Alessandro Galella, attuale consigliere regionale di Fratelli d’Italia, ha ammesso il riconteggio del voto in sole tre sezioni su 14 (Moliterno, Lavello e Balvano). Il verdetto – si legge in una nota – ha decretato un ex aequo tra i due contendenti: parità nei voti di preferenza.
Merra è riuscita a eguagliare il suo collega di partito ricontando solo 3 delle 14 sezioni richieste. Tuttavia, per il momento, Galella mantiene il seggio in Consiglio regionale in virtù di una scelta del legislatore regionale che contraddice non solo norme sovraordinate ma anche lo spirito dei tempi e la necessità di essere conseguenti sulle politiche di genere.

La Legge regionale stabilisce infatti che, in caso di parità di voti, prevalga l’ordine di presentazione nella lista elettorale. Come affermato dal TAR, “a parità di cifre individuali, prevale l’ordine di collocazione nella lista”: Galella occupava il 3° posto nella lista Fratelli d’Italia della Provincia di Potenza, mentre Merra era all’8°. Uno zero a zero sul piano numerico, dunque, ma con un risultato che, di fatto, premia Galella – come fosse un beffardo lancio di monetina, indifferente alla volontà popolare, e che certo apre a tanti dubbi. Affidare solo alla fortuna di qualcuno la rappresentanza dei cittadini non è proprio il massimo della democrazia.
La partita, però, è tutt’altro che chiusa. Merra ha ora diverse strade davanti a sé.

In primo luogo, il Consiglio di Stato, se Merra dovesse decidere di rivolgersi al massimo organo di tutela della giustizia amministrativa, potrebbe ribaltare la decisione del TAR, soprattutto considerando che il riconteggio è stato ammesso solo per tre sezioni, lasciandone escluse altre dove – secondo le contestazioni dell’ex assessora – sarebbero stati certificati voti validi non assegnati correttamente. Inoltre, Merra potrebbe invocare il principio normativo e giurisprudenziale che, in ambito elettorale, favorisce il candidato del genere meno rappresentato in caso di parità, applicando il principio di equilibrio di genere.

La volontà popolare è il fondamento della democrazia, e il suo rispetto dovrebbe prevalere su ogni cavillo formale. Invece, questa volta sono proprio regole vetuste e sperequate a sovrastare il significato profondo del voto.

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